Comunicato stampa

Servizio Gesuita per i Rifugiati

15 giugno 2006

 

I principali leader musulmani, ebrei e cattolici appoggiano il lancio della Coalizione Internazionale sulla detenzione di immigrati e rifugiati

 

100 organizzazioni di tutto il mondo per la difesa dei diritti umani chiedono misure alternative alla detenzione di immigrati e rifugiati

“Dopo aver affrontato la persecuzione e la povertà estrema nei loro paesi, i rifugiati si trovano ad affrontare nuove ulteriori sofferenze, nel momento in cui vengono privati della loro libertà di circolazione e rinchiusi in centri di detenzione – semplicemente per essere fuggiti per salvare le proprie vite. Da più di 20 anni visitiamo i centri di detenzione per immigrati in tutto il mondo e il nostro personale è testimone diretto dei danni fisici e psicologici causati ad individui già molto vulnerabili, in modo particolare i bambini”, dichiara Padre Lluís Magriñà SJ, Direttore Internazionale del Servizio Gesuita per i Rifugiati (JRS)

Il JRS è uno dei fondatori della neo-costituita Coalizione Internazionale per la Detenzione dei Rifugiati, Richiedenti Asilo e Immigrati, che, questa settimana, viene lanciata a livello internazionale attraverso vari eventi nel mondo. Il 15 giugno, il JRS organizzerà il lancio del primo di questi eventi in Italia, a Roma, con una tavola rotonda interreligiosa sulla detenzione. L’evento avrà luogo giovedì 15 giugno alle 12.00 presso la Sala Marconi, Radio Vaticana, Piazza Pia 3, Roma.
  

La conferenza sarà presieduta dal Card. Martino, del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace, da Mario Scialoja – Presidente della Lega Musulmana in Italia e da Alan Naccache – Presidente della Organizzazione Ebraica Giovanile Bnai Brith. La tavola rotonda verrà moderata dal Padre Lluís Magriña SJ.

“Anche all’interno di centri chiusi, in molti dei paesi di arrivo, come l’Italia, le procedure legali che regolano la detenzione sono totalmente inadeguate e le condizioni di detenzione sono inaccettabili. Un tale trattamento spesso risulta essere illegale, ma è comunque sempre immorale e degradante per la persona” afferma Mario Scialoja, Presidente della Lega Musulmana in Italia.

“Nell’esercizio del proprio ruolo di controllo e regolazione dei flussi migratori è comprensibile che gli stati possano creare dei centri di detenzione temporanea. Tuttavia gli stati non dovrebbero mai dimenticare i loro obblighi internazionali verso i rifugiati e gli altri immigrati. In particolare la detenzione arbitraria dei rifugiati penalizza la persona per il semplice fatto di aver messo in salvo la propria vita e nega la sua umanità” dichiara Alan Naccache, Presidente della sezione giovanile dell’Organizzazione Ebraica Italiana Bnai Brith.

“La detenzione arbitraria avvelena la società umana. Danneggia coloro che la praticano e coloro che la subiscono” dice il Cardinal Martino, del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace.

La coalizione, che coinvolge oltre 100 organizzazioni per i diritti umani di 36 diversi paesi, si è costituita per sensibilizzare l’opinione pubblica riguardo alle problematiche sulle politiche e le pratiche di detenzione dei governi e per promuovere una maggiore protezione e rispetto dei diritti umani dei detenuti.

La coalizione intende promuovere iniziative di advocacy a favore di un uso limitato della detenzione, dell’adozione di pratiche alternative e per un utilizzo delle forme minime di detenzione per gli immigrati. La coalizione sta raccogliendo informazioni sulle pratiche di detenzione degli immigrati in 36 paesi. In questo lavoro si è rilevato che le peggiori pratiche di detenzione adottate da alcuni governi vengono replicate da altri e che i governi tendono frequentemente a giustificare le proprie politiche di detenzione degli immigrati sulla base del fatto che altri paesi, spesso ricchi, attuano una politica simile.

 

Note per giornalisti e redattori
Il JRS lavora in più di 50 paesi, in cinque continenti nel mondo. Si avvale di uno staff di più di 1000 persone: laiche e laici, gesuiti e altre/i religiose/i, con il fine di rispondere ai bisogni educativi, sanitari e sociali di oltre 500.000 rifugiati e sfollati interni (IDP). Fornisce inoltre assistenza legale ed altri servizi ai rifugiati che si trovano in stato di detenzione, poiché immigrati, in Africa, Asia, Europa e nelle Americhe. Fornisce la propria assistenza indipendentemente da considerazioni razziali, etniche o religiose.

La coalizione riunisce oltre un centinaio di membri (organizzazioni non governative organizzazioni di ispirazione religiosa, accademici e singoli individui) di 36 paesi in Europa, Medio Oriente, Africa, Asia, Oceania, Caraibi, nord, centro e sud America. In tutti questi paesi delle persone vengono detenute solamente sulla base del loro status di immigrato.

Il comitato direttivo della coalizione riunisce un numero significativo delle più importanti ONG a livello internazionale, che condividono la preoccupazione circa il trattamento degli immigrati detenuti, come Amnesty International, Human Rights First, l’Osservatorio per i Diritti Umani, Il Servizio Gesuita per i Rifugiati, il Servizio Luterano per immigrati e rifugiati, La Commissione delle Donne per le Donne e i Bambini Rifugiati (Women’s Commission for Refugee Women and Children), il Consiglio Mondiale per le Chiese, e un certo numero di ONG nazionali.

La Coalizione Internazionale per la detenzione sarà lanciata a livello mondiale il 20 giugno 2006, con una serie di eventi organizzati nei seguenti paesi: Stati Uniti, Canada, Messico, Kenya, Sud Africa, India, Australia, Libano, Belgio, Spagna, Italia, Ungheria, Malta, Irlanda, Svizzera.

Per maggiori informazioni sulla Coalizione è possibile contattare:
Anna Gallagher: e-mail [email protected] Tel:  (+34) 947 541 835
o Melanie Teff  [email protected] Tel: (+39) 06 6897 7386; (+39) 338 752 2606