Coalizione Internazionale per la Detenzione di Rifugiati, Richiedenti Asilo e Immigrati

Più di 100 gruppi in difesa dei diritti umani di tutto il mondo hanno costituito una coalizione contro la detenzione degli immigrati

19 Giugnio 2006

“Perchè sono in prigione? Non sono un criminale… È peggio che essere in prigione. Almeno, quando sei in prigione sai quanto tempo dovrai starci e perché”. Queste sono alcune delle dichiarazioni fatte da rifugiati e immigrati detenuti semplicemente per essere entrati in uno stato o esservi rimasti o ancora per essersi mossi senza autorizzazione

Gli stati hanno il diritto di controllare i propri confini. Ma questo diritto non è assoluto. I diritti umani fondamentali non sono negoziabili e questi includono il diritto a non essere detenuti arbitrariamente. La detenzione di immigrati – pur se ammissibile in determinate circostanze eccezionali – non dovrebbe mai violare i diritti umani fondamentali di protezione della persona, limitare l’accesso degli individui alla richiesta e all’ottenimento dell’asilo, o prevedere una durata irragionevole o illimitata.
“Centri recintati, campi, centri per il rimpatrio, centri di transito negli aeroporti… Chiamateli come volete. Sono tutti forme di prigionia. Lentamente, ma in modo costante, hanno criminalizzato l’istituto dell’asilo politico e hanno demonizzato l’immigrazione”, dice Anna Gallagher, Coordinatrice della Coalizione Internazionale per la Detenzione dei Rifugiati, Richiedenti Asilo e Immigrati.

In Zambia, alla maggior parte dei rifugiati, alcuni da oltre 30 anni, non è concesso di lasciare i propri campi. E quelli che lasciano il proprio campo possono venire arrestati e messi in carceri sporche, sovraffollate e spesso in condizioni che minacciano la vita stessa. In Australia gli immigrati possono venire detenuti per un tempo illimitato fino al rimpatrio, senza alcun giudizio della magistratura. Ad esempio, un richiedente asilo del Kashmir, a cui è stata rifiutata la richiesta, è stato detenuto per 7 anni. Questi sono solo due esempi delle pratiche di detenzione che la Coalizione ha documentato.

La Coalizione ha raccolto informazioni sulle pratiche di detenzione degli immigrati in 36 paesi diversi. Ha scoperto che le peggiori pratiche di detenzione adottate dai governi sono state copiate da altri governi e che i politici spesso giustificano le loro politiche sull’immigrazione sulla base del fatto che un altro paese, spesso più ricco, sta attuando una politica simile.

“Nascosti dall’opinione pubblica, i governi nel mondo stanno usando la detenzione come strumento per ridurre i flussi migratori e disincentivare la migrazione. Un grande numero di persone viene rinchiuso – a volte per periodi di tempo indefiniti – nelle carceri o detenuto in situazioni di simil prigionia. Abbiamo riconosciuto la necessità di lavorare insieme, a livello internazionale, per mettere a nudo e affrontare tali pratiche così arbitrarie” afferma Anna Gallagher, Coordinatrice della neo-costituita Coalizione Internazionale per la Detenzione di Rifugiati, Richiedenti Asilo e Immigrati.

Note per Editori e Giornalisti

La coalizione è stata costituita per sensibilizzare l’opinione pubblica alle problematiche riguardanti le politiche di detenzione e le prassi dei governi e per promuovere maggiore protezione e rispetto dei diritti umani dei detenuti.

Obiettivo della coalizione è promuovere azioni di advocacy per limitare l’uso di tali pratiche, per ricercare forme alternative alla detenzione e per un utilizzo delle forme minime di detenzione per gli immigrati. La coalizione ha creato dei gruppi di lavoro per studiare ed elaborare delle proposte politiche sugli standard di detenzione (incluse le procedure di protezione e le condizioni detentive) e sulle restrizioni alla libertà di movimento nei campi dei rifugiati.

La coalizione riunisce oltre un centinaio di membri (organizzazioni non governative organizzazioni di ispirazione religiosa, universitari e altri individui) di 36 paesi–: Europa, Medio Oriente, Africa, Asia, Oceania, Carabi, Nord America, Centro e Sud America. In tutti questi paesi delle persone vengono detenute solamente sulla base del loro status di immigrato.

Il comitato direttivo della coalizione riunisce un numero significativo delle più importanti ONG a livello internazionale, che condividono la preoccupazione circa il trattamento degli immigrati detenuti, come Amnesty International, Human Rights First, l’Osservatorio per i Diritti Umani, Il Servizio Gesuita per i Rifugiati, il Servizio Luterano per immigrati e rifugiati, La Commissione delle Donne per le Donne e i Bambini Rifugiati (Women’s Commission for Refugee Women and Children), il Consiglio Mondiale per le Chiese, e un certo numero di ONG nazionali.

La Coalizione Internazionale per la detenzione è stata lanciata a livello mondiale il 20 giugno 2006, con una serie di eventi organizzati nei seguenti paesi: Stati Uniti, Canada, Messico, Kenya, Sud Africa, India, Australia, Libano, Belgio, Spagna, Italia, Ungheria, malta, Irlanda, Svizzera.

Per maggiori informazioni sulla Coalizione è possibile contattare:

Anna Gallagher: e-mail [email protected] Tel:  (+34) 947 541 835
o Melanie Teff  [email protected] Tel: (+39) 06 6897 7386; (+39) 338 752 2606